Fratture delle ossa nasali
Le fratture delle ossa nasali rappresentano i traumi più frequenti del distretto maxillo facciale e occupano il terzo posto tra le fratture del corpo umano. Sono causate generalmente da incidenti stradali, colluttazioni e traumi sportivi. Possono interessare lo scheletro osseo o cartilagineo, a seconda delle caratteristiche della frattura e delle strutture interessate, si presenteranno in maniera differente. I segni più frequenti sono edema, epistassi, ecchimosi peri orbitale ed emorragia sottocongiuntivale; la palpazione può completare l’indagine ispettiva in quanto permette di rilevare spigolosità, depressioni e irregolarità. Un accurato esame interno del naso può rendersi difficoltoso a causa della presenza di edema, ma con la strumentazione adatta, la clinica è sufficiente per porre diagnosi di frattura delle ossa nasali. In alcuni casi è invece necessario ricorrere ad esami di imaging, come una tomografia computerizzata (TC) per evidenziare l’eventuale presenza di fratture associate. Il trattamento può essere a cielo coperto, generalmente con una anestesia locale, o a cielo aperto, con anestesia generale. In entrambi i casi, viene effettuata una riduzione della frattura e posizionati dei tamponi nasali per sostenere le ossa nasali, che non aderiscono alle pareti nasali e quindi non dolorosi quando vengono sfilati. Inoltre possono essere posizionate delle mascherine nasali che vengono rimosse dopo circa 7-10 giorni. La respirazione nasale può riprendere dopo pochissimi giorni mentre il gonfiore post operatorio si riduce in poco tempo e il dolore, quando presente, può essere controllato con antidolorifici. L’unico accorgimento è quello di evitare traumi e esposizione al sole per un mese-un mese e mezzo.