Cos’è la biostimolazione? La biostimolazione è un procedimento medico-estetico, non invasivo, ambulatoriale, che consiste nello stimolare il derma e la cute a riattivare tutti i processi molecolari per la generazione di cute, con un conseguente miglioramento estetico.
In cosa consiste?
Il trattamento rilascia sottopelle delle sostanze che donano nel tempo tono, elasticità e freschezza: la biostimolazione riesce a produrre nuovo collagene e tessuto connettivo, fondamentali per un ringiovanimento del derma.
La procedura migliora quindi il turgore del tessuto cutaneo, contrastando l’azione dei radicali liberi. I principi attivati dalla biostimolazione sono solitamente: l’acido ialuronico, alcuni aminoacidi e le vitamine più efficaci nel combattere e rallentare l’invecchiamento del derma. Le molecole che vengono utilizzate sono assolutamente biodegradabili, non hanno controindicazioni e non sono di origine animale: sono quindi naturali e verranno ben integrate a quelle già presenti nella pelle.
Questa miscela di sostanze viene introdotta sotto pelle attraverso l’uso di aghi molto sottili e corti, che non causano alcun fastidio: non c’è bisogno infatti di anestesia per questo mini intervento, se non in alcuni specifici casi.
E’ risaputo che il primo elemento, di fondamentale importanza, nel possedere un benessere fisico è l’acqua: la biostimolazione aiuta le cellule, in presenza di liquidi, a riattivarsi spontaneamente. La reidratazione profonda è quindi il segreto per una naturale biostimolazione cellulare.
Il Filler è il trattamento di riferimento per la idratazione profonda ed è lo strumento scelto da Istituto Estetico Italiano per la biostimolazione cutanea.
In questo senso, quindi, il controllo dei processi biosintetici dei fibroblasti rappresenta sicuramente una priorità per il successo “terapeutico” di tale tecnica.
La neoformazione di componenti strutturali della matrice come il collagene reticolare, l’acido ialuronico e l’elastina, permetterebbe infatti un sensibile miglioramento della qualità del derma, garantendo un miglior controllo sulla costituzione chimico-fisica della matrice.
Il mantenimento in salute della matrice extracellulare, non si ripercuoterebbe esclusivamente sul fattore estetico, ma anche su quello funzionale. Infatti la possibilità di preservare le classiche proprietà chimico-fisiche di questa struttura (stato di gel-stato di sol) garantirebbe:
- una migliore diffusione dei nutrienti nel derma e nel sovrastante strato epidermico;
- una migliore vascolarizzazione del derma;
- un miglioramento della vitalità della componente cellulare del derma e dell’epidermide.
Il tutto quindi contribuirebbe al mantenimento di una pelle giovane e sana.
Pertanto, la Biostimolazione garantirebbe un miglioramento funzionale ed estetico della cute in maniera naturale, sfruttando le capacità biosintetiche delle cellule presenti a livello della cute, senza l’utilizzo di riempitivi inerti e potenzialmente dannosi sul piano funzionale. E’ il caso, ad esempio, dei classici filler all’acido polilattico o all’acido ialuronico ad alto peso molecolare, i quali – pur garantendo sensibili benefici sul piano estetico – determinano un peggioramento funzionale della cute, promuovendo la neoformazione di collagene di tipo I (fibrotico, cicatriziale) e/o stimolando i processi degrativi mediati dalle metalloproteinasi.
In cosa consiste la tecnica
Generalmente, la Biostimolazione cutanea è un trattamento mininvasivo che si avvale dell’utilizzo di sottilissimi aghi, in grado di iniettare sottocute soluzioni appositamente studiate per supportare la funzione cellulare.
In tal senso, quindi, risulterebbero utili soluzioni a base di:
- frammenti di acido ialuronico in grado di fornire substrati importanti per la sintesi di questa molecola;
- fattori di crescita utili a sostenere il metabolismo dei fibroblasti;
- aminoacidi precursori del collagene, dell’acido ialuronico e dell’elastina;
- glucosamina, precursore dei glicosamminoglicani;
- coenzimi;
- vitamine e minerali in grado di coadiuvare la funzione cellulare e preservare l’integrità chimico-fisica della matrice.
A fianco delle classiche tecniche di Biostimolazione, si stanno avvicendando tecniche meno invasive come la radiofrequenza ed il laser, in grado di sostenere l’attività cellulare mediante mezzi fisici.
Crescenti risultati inoltre sta offrendo la cosmetologia medica, sfruttando l’ottima capacità di penetrazione di specifiche molecole nel derma ed azzerando così l’invasività della tecnica.
Indicazioni ed aree trattabili
La Biostimolazione rientra a pieno titolo tra le numerose tecniche utilizzate in medicina estetica ed antiaging.
Pertanto, questa metodica potrebbe essere impiegata a fini preventivi nei pazienti di mezz’età per controllare l’invecchiamento cutaneo e mantenere una pelle giovane e sana.
Tuttavia la Biostimolazione, in particolare la bioristrutturazione, potrebbero essere particolarmente utili anche nei pazienti con età più avanzata per correggere gli inestetismi e i danni indotti dal photoaging e dall’invecchiamento cutaneo in genere.
In un simile contesto, le aree cutanee trattabili sarebbero proprio quelle più esposte ai fattori invecchianti come:
- viso;
- collo;
- decolletè,
nonostante si siano ottenuti risultati interessanti anche per le braccia e l’interno cosce.
Risultati della Biostimolazione
L’area cutanea trattata con i protocolli di Biostimolazione apparirà in pochi giorni più tonica, elastica e lucente.
Più precisamente in termini biologici si osserverà:
- un incremento dello spessore del derma;
- un incremento dei livelli di idratazione del derma;
- un ripristino della normale vitalità dei cheratinociti con un miglioramento dello strato epidermico;
- una maggiore presenza di elastina, quindi un netto miglioramento della qualità cutanea;
- un ripristino del film lipidico cutaneo con funzioni di barriera;
- un graduale appiattimento delle rughe e dei solchi cutanei.
I suddetti miglioramenti, tuttavia, non saranno perenni, in quanto la continua esposizione a fattori invecchianti potrà minare il mantenimento qualitativo cutaneo.
Pertanto, solitamente, il medico opterà per cicli di trattamento periodici, solitamente 3-4 cicli ogni sei mesi, così da ostacolare la comparsa dei segni dell’invecchiamento.